MDL V ha una profumazione con una lunga storia. Infatti, come profumo solido, sono state ritrovate tracce antichissime di gelsomino in Egitto; piccolissimi frammenti rilevati su una mummia nella necropoli di Deir-el-Bahri. Il genere, che include arbusti e piante rampicanti, è proprio originario delle regioni tropicali e subtropicali del vecchio mondo, ma viene coltivato all’aperto nei climi temperati e in serra nelle regioni più nordiche.
Conosciamo molto bene le pratiche religiose e profane legate all’uso dei profumi presso gli antichi Egizi, i Romani o i Greci, per vicinanza culturale e geografica. Meno conosciute invece sono le tradizioni dell’Estremo Oriente legate ai fiori, ai frutti e ai loro profumi, poiché non è sempre facile, viste le difficoltà linguistiche, risalire ad alcune pratiche relative a culture così lontane nello spazio e nel tempo. Però le prime citazioni relative al gelsomino sambac come profumo si trovano in un trattato del terzo secolo: veniva coltivato nella zona tra Pechino e Canton ed ogni giorno i boccioli erano raccolti e trasportati in città. Le donne cinesi lo mettevano tra i capelli e ne facevano infusioni profumate. Alla fine del diciottesimo, in una descrizione della vita nella provincia di Kwantung, si ritrovano le stesse pratiche. Una tradizione di 1.500 anni.
Il gelsomino in Europa giunse forse dalle Indie. In Toscana, nel Cinquecento, un nobile ne piantò un esemplare nel proprio giardino, proibendo al giardiniere di riprodurre quella pianta; ma la fidanzata del giardiniere ne rubò un rametto e iniziò a venderne talee; in questo modo sì arricchì e riuscì a sposare il fidanzato. Ancora oggi in alcune località toscane è tradizione per le spose aggiungere un rametto di gelsomino al bouquet, affinché porti fortuna al futuro marito.
Fu introdotto a Grasse, capitale della profumeria francese, verso il 1560 e conobbe il suo momento di gloria nell’Ottocento e all’inizio del Novecento: ancora oggi a Grasse viene definito semplicemente “il fiore”. In Spagna è l’emblema della sensualità. Robba frocia, insomma.
I suoi fiori, principalmente di colore bianco o giallo, sono solitamente molto fragranti e l’olio ottenuto da essi è utilizzato in profumeria. Il gelsomino giallo è simbolo di eleganza e grazia, quello bianco di amabilità. Col trascorrere delle ore i boccioli si schiudono e profumano sempre di più. Alla luce della luna diventano di un bianco brillante ed il loro profumo, intenso e voluttuoso, aleggia sino all’alba. Perciò per creare una fragranza al gelsomino “naturale”, bisogna lavorare molto sulla persistenza.
L’assoluto è ottenuto sia con la macerazione, “artigianalmente”, che con l’estrazione a esano, “industrialmente”; i due prodotti sono IDENTICI così come certe distinzioni fra “artigianale” e “industriale” sono RIDICOLE. Certo c’è chi decanta l’enfleurage, tecnica nata ai tempi degli egizi, e l’assoluto atigianale; ma la distinzione vale ai fini romantici e non a quelli pratici.
Negli anni tra il 1920 e il 1930 certe composizioni ne contenevano più del 10%, attualmente circa 1-2%. La frazione di gelsomino in MDL V è decisamente anni ’20.
Il gelsomino è una delle prime piante che viene in mente quando si pensa a una fragranza dolce. Una singola pianta di gelsomino può profumare un’intera stanza o giardino. MDL V rispecchia decisamente questo aspetto.
Il nutriente del sapone è l’olio di macadamia che è fra i più sebosimili, cioè lascia sul viso un film idrolipidico molto simile a quello prodotto naturalmente dalla pelle. Mentre il dopobarba, come in MDL II, torna ad essere senza allergeni. Un bel lavoro di pulizia sugli ingredienti, insomma.
Armando Ilič Misasi, 20 dicembre 2018